Edo e Alfio da New York, voglia di Pride

Edo e Alfio da New York, voglia di Pride

Secondo la coppia italiana per tornare alla normalità, negli USA, si dovrebbe rivedere il sistema sanitario che ora è affidato quasi del tutto ai privati

Con Altrestorie abbiamo deciso di raccontare come sta vivendo la pandemia di coronavirus la nostra comunità Lgbtqi. Tanti volti, esperienze e riflessioni di attiviste/i, persone impegnate nel sociale, in politica, nelle lotte, nel web, artiste/i, e di tutta la splendida e variegata moltitudine che con le sue diversità da sempre anima la nostra comunità.

Oggi abbiamo raggiunto una coppia straordinaria. Edoardo e Alfio, catanesi, si sono conosciuti giovanissimi nel 1997 e da allora non si sono più lasciati, seguendo sempre le loro passioni e i loro sogni.

Dopo aver vissuto a lungo a Roma, dove hanno lavorato come ballerini all’Opera si sono trasferiti a Lione per il lavoro presso il Ministero degli Esteri di Edorado e lì si sono potuti finalmente sposare nel 2014. Dal 2017 vivono invece a New York e possono raccontarci come sta vivendo l’emergenza coranvirus la Grande Mela.

Da qualche anno vivete a New York, che è l’epicentro dell’epidemia di coronavirus negli USA. Com’è la situazione lì? Come sta reagendo la città?

Viviamo qui da fine 2017 ed è un’esperienza fantastica, New York è una città che fa sognare milioni di persone. All’inizio della pandemia tutti speravano che New York sarebbe stata risparmiata ma sapevamo benissimo che non sarebbe stato così. La preoccupazione era crescente finché sono state adottate le prime misure restrittive che, tutto sommato, si sono rilevate sopportabili, anche perché sono arrivate sempre come suggerimenti e non come vere e proprie imposizioni. E i newyorkesi si sono dimostrati sempre abbastanza responsabili anche se non sembra possibile fermare la città che non dorme mai.

Edoardo (a destra), 43 anni siciliano, tecnico informatico al Ministero degli Esteri, è stato iscritto GlobeMAE per circa 3 anni, dopo essere vissuto a Roma e in Francia, dove si è sposato con Alfio nel 2014 da dicembre 2017 vive a New York con lui.
 
Alfio (a sinistra), 41 anni siciliano. In passato danzatore all’Opera di Roma e poi addetto vendita presso Auchan, sta assieme ad Edorardo dal 1997. Ha scelto di seguirlo all’estero prima a Lione e ora New York dedicandosi alle sue passioni e all’arte.

Come state vivendo questo periodo di quarantena? Come sono cambiati lavoro, abitudini e relazioni?

Stiamo a casa il più possibile anche da prima che cominciassero a chiudere le varie attività. In Consolato, dove lavoro, si è cominciato a fare smart working quasi subito, prima con presenze in ufficio di poche persone ogni giorno poi con una sola giornata di apertura settimanale solo per le emergenze. Ovviamente niente più palestra, cinema, e spettacoli di Broadway o al MET, di cui siamo affezionati frequentatori. Ci accontentiamo dei surrogati telematici: videochiamate whatsapp, conferenze via zoom, yoga e zumba su Youtube, Netflix e streaming dell’Opera in TV. Un po’ come il resto del mondo suppongo.

Il virus e le misure per contrastarlo hanno avuto un impatto enorme sulla socialità e anche sugli spazi di aggregazione Lgbtqi, come associazioni, serate, locali, eventi culturali. Come ripartire, come saranno i prossimi mesi?

Immaginiamo che gli spazi di aggregazione, non solo quelli Lgbtqi, potranno riprendere la normale attività solo quando il numero dei contagi sarà diminuito e i reparti di terapia intensiva saranno più liberi. Speriamo che per giugno si possa tornare a rivivere un po’ anche in gruppo.

Anche la celebre parata del Pride, che nel 2019 proprio qui ha celebrato i suoi primi 50 anni, potrebbe essere un ottimo modo per festeggiare ma non siamo sicuri che si riuscirà ad organizzare un evento così affollato.

Dopo quel che sta succedendo in Italia, negli Stati Uniti e nel mondo come vi immaginate il futuro a livello politico, sociale ed economico? Quali conseguenze, rischi, ma anche nuove sfide o possibilità?
Edoardo e Alfio davanti allo Stonewall Inn in occasione del World Pride 2019

Beh, a livello nazionale sia in Italia che negli USA non si risparmieranno colpi bassi in politica. Qui ci sono le elezioni presidenziali a fine anno e in Italia c’è un perenne clima elettorale. In entrambi i Paesi ci sono degli sciacalli che non esitano ad approfittare della situazione per trarne vantaggio. Trump, che prima della pandemia già conduceva una guerra commerciale col resto del mondo, adesso ha già puntato il dito verso la Cina.

Per ora non ci sono state notizie di forti tensioni sociali come ci si aspettava ma alcune masse stressate dai forti disagi economici cominciano a mobilitarsi e il presidente non si fa scrupoli ad approfittarne. Tornare a una situazione di normalità è pensabile soltanto progettando nuove misure di sicurezza che eviteranno il ripetersi di questa situazione, e per gli USA significherebbe rivedere anche la forma del sistema sanitario che come sappiamo è per la maggior parte privato.

Infine qual è oggi secondo voi la prospettiva che si apre nella lotta per i diritti e la liberazione sessuale?

Sarà difficile fare nuovi passi per la liberazione sessuale in questo momento in cui anche il semplice gesto di stringersi la mano viene visto come un pericolo.

Ovviamente le resistenze maggiori sono di tipo culturale, sopratutto nei paesi in cui è ancora forte l’influenza della religione in ambito politico. Dobbiamo solo sperare che le fazioni contrarie ai diritti Lgbtqi non approfittino della situazione per riprendere forza e cancellare quello che abbiamo conquistato finora.

Non bisogna mai abbassare la guardia, sopratutto quando è chiaro che uomini al potere minacciano di cancellare diritti ormai acquisiti dopo decenni di lotta costante.


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