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Michael: torneremo a fare pride, più belli e colorati di prima

Michael: torneremo a fare pride, più belli e colorati di prima

Per il giovane avvocato umbro il covid ha rivelato le ingiustizie del liberalismo sfrenato. “Non facciamo i Gattopardi, ci vuole una nuova classe dirigente”

Con Altrestorie abbiamo deciso di raccontare come sta vivendo la pandemia di coronavirus la nostra comunità Lgbtqi. Tanti volti, esperienze e riflessioni di attiviste/i, persone impegnate nel sociale, in politica, nelle lotte, nel web, artiste/i, e di tutta la splendida e variegata moltitudine che con le sue diversità da sempre anima la nostra comunità.

Oggi abbiamo raccolto la testimonianza di Michael Crisantemi, attivista giovane ma già di lungo corso, avvocato, poeta e raffinato intellettuale. Ultimamente lo abbiamo visto impegnato nel movimento delle Sardine della sua città divenendone uno dei volti più riconoscibili.

Come stai vivendo questo periodo di quarantena? Come sono cambiati il tuo lavoro, le tue abitudini, le tue relazioni?

Più o meno come tutti, credo: mangiando, riposando, allenando il corpo e la mente per non impazzire. Leggo molto, ho ripreso a studiare, scrivo poesie e suono il pianoforte, mi cimento con scarsi risultati nel giardinaggio.

Ritengo che stiamo dando tutti/e una grande prova di resilienza e di attaccamento alla vita, doti che forse non sapevamo di avere così sviluppate.

Di tanto in tanto vado a studio (gli avvocati rientrano tra le professioni che possono svolgere ancora la loro attività lavorativa), ma, essendo chiusi i tribunali, non c’è molto da fare, sembra più di rincorrere il feticcio di una normalità che abbiamo (momentaneamente) perduto. Meglio stare a casa. Mi mancano molto i miei famigliari, gli amici, poter visitare una mostra o ascoltare un concerto, mi mancano le piccole abitudini che rendevano felici le nostre esistenze.

Forse la felicità è davvero nelle piccole cose. Riabbracceremo tutto ciò, occorre solo avere un po’di pazienza…

Michael Crisantemi, 32 anni, avvocato, segretario dell’Associazione Agedo Terni e membro dell’Avvocatura per i diritti LGBTI – Rete Lenford, vive nel piccolo borgo di San Gemini (TR), in Umbria, con il suo fidanzato e i suoi amati gatti Martino, Leone e Frida.

Il virus e le misure per contrastarlo hanno avuto un impatto enorme sulla socialità e anche sugli spazi di aggregazione Lgbtqi, come associazioni, serate, locali, eventi culturali. Come ripartire, come saranno i prossimi mesi?

Credo che la comunità LGBT abbia dimostrato in questi giorni un forte senso di responsabilità: per il bene di tutti/e noi sono state cancellate serate, eventi, si stanno annullando persino i pride. Era inevitabile e, allo stato, doveroso. Ma torneremo a riunirci, a festeggiare, a fare pride, più belli e colorati di prima, con l’orgoglio e lo spirito festante di sempre. Ritorneremo gradualmente alla normalità, rispettando ovviamente le indicazioni che ci verranno fornite dalle autorità competenti. Spero solo che questi giorni di riflessione portino ad una maggiore empatia e solidarietà anche all’interno delle nostre comunità.

Dopo quel che sta succedendo in Italia e nel mondo come ti immagini il futuro a livello politico, sociale ed economico? Quali conseguenze, rischi, ma anche nuove sfide o possibilità?
Michael Crisantemi

Temo fortemente l’immobilismo, cioè che dopo questa pandemia rimanga tutto com’era prima, in questo noi italiani siamo molto bravi (il Gattopardo docet). Il Covid 19 ha messo a nudo tutta l’inadeguatezza, le storture e l’ingiustizia del liberismo sfrenato e del capitalismo senza regole. Abbiamo bisogno di tornare ad un’economia più umana, che guardi al benessere di tutti i cittadini e alla sostenibilità ambientale. Spero che emerga una nuova classe dirigente che si orienti in tal senso, la precedente ha dato pessima prova di sé.

Infine qual è oggi secondo te la prospettiva che si apre nella lotta per i diritti e la liberazione sessuale?

Per quanto riguarda l’agenda LGBT italiana, prima che imperversasse il virus stavamo aspettando l’esame del ddl contro l’omofobia, mi pare un buon punto da dove ripartire: in Italia ne abbiamo davvero bisogno.

Mi piacerebbe che tornassimo a parlare seriamente di liberazione sessuale. Percepisco come urgente la liberazione del desiderio bisessuale, fortemente arretrata nel nostro Paese. Anche il concetto di coppia monogamica credo che andrebbe ridiscusso.

Il sogno è quello di una società che non discrimini e non giudichi le persone in base al proprio orientamento sessuale, in cui il desiderio sessuale sia veramente liber(at)o e che vada oltre gli steccati delle definizioni, delle caselle e degli inquadramenti. Abbiamo ancora molto da lavorare.